Laura Carosi – Convegno 29/30 maggio 2021 a Bolsena

In questo video leggo e commento i primi articoli del D. Lgs. 1/2018, anche noto come Codice della Protezione Civile.

In particolare, si tratta degli articoli che descrivono e delimitano le competenze di ciascuna amministrazione dello Stato e che stabiliscono l’iter da seguire per la dichiarazione dello stato di emergenza, che deve sempre partire da un’emergenza di livello a) per poi estendersi al livello b) e, solo laddove impossibile gestirla con le risorse nazionali, al livello c), ovvero “di rilievo nazionale” (vedi modello FOIA per dettagli).

Tanto per fornire una dimostrazione concreta di quello che asserisco, alleggo lo screenshot di una dichiarazione dell’emergenza regionale del 2018 (ovvero in base al “nuovo” Codice di PC e prima che la Legge regionale venisse modificata – guarda caso nel 2020!!):

Notato come qui venga correttamente indicata l’estensione territoriale e la data dell’emergenza??

Gli unici con poteri attuativi, tuttavia, restano sempre e solo i sindaci, di qualunque livello sia l’emergenza. Stato e regioni, infatti, hanno competenze di coordinamento e indirizzo, senza che sia previsto in alcun modo che gli atti emessi da queste due ultime amministrazioni possano avere effetti direttamente sui cittadini o che chiunque possa derogare alla Costituzione o alle leggi ordinarie in materie soggette a riserva di legge.

Per avvalorare questa affermazione, invece, mi voglio avvalere del sito del Comune di Forlì:

PER LEGGE il Sindaco ha la responsabilità della gestione dell’emergenza!!!

Risulta inoltre incomprensibile la mancata attivazione del “Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale”, volgarmente detto Piano pandemico ( approvato nel 2006 e perfettamente vigente all’epoca), e l’istituzione del non troppo qualificato CTS, laddove esisteva già un CCM: Centro nazionale prevenzione e controllo malattie (comitato scientifico permanente), il “primo organismo “federale” di coordinamento tra i diversi livelli del sistema sanitario italiano, voluto dallo Stato e dalle Regioni per fronteggiare le emergenze sanitarie e promuovere la salute dei cittadini”, “istituito con la Legge 138 del 26 maggio 2004 e il Decreto del Ministro della Salute del 1° luglio 2004 [che] ne ha definito l’organizzazione”, “con lo scopo di contrastare le emergenze di salute pubblica legate prevalentemente alle malattie infettive e diffusive e al bioterrorismo”.
Sembrerebbe dunque evidente che l’Italia disponesse già di un apposito “comitato scientifico”, addirittura PERMANENTE, del quale, però, non abbiamo mai sentito parlare né dai media e né nelle varie dirette Facebook dei nostri apprezzatissimi politici. E ricordo sempre che tutti questi comitati sono a carico dei contribuenti…
(Vedi sito del CMM al link: https://www.ccm-network.it/pagina.jsp?id=node/7)

L’art. 25 del D. Lgs. 1/2018, del quale non ho avuto tempo di parlare al convegno, ben ci illustra quali siano le modalità con cui le regioni possono fornire linee guida nell’ambito delle proprie competenze (e NON oltre quelle!):

11. Le Regioni e le Province  autonome  di  Trento  e  di  Bolzano,
nell'esercizio  della  propria  potestà   legislativa,   definiscono
provvedimenti con finalità analoghe (NdT: ovvero NON ordinanze, ma atti ANALOGHI e, soprattutto, non atti dittatoriali del Presidente di Regione, ma in seguito a deliberazione dell'organo COLLEGIALE, il quale, contrariamente al Presidente, detiene la potestà legislativa!) a quanto previsto  dal  presente articolo in relazione alle emergenze di cui all'articolo 7, comma  1, lettera b), da adottarsi  in  deroga  alle  disposizioni  legislative regionali (NON nazionali, NON costituzionali, NON europee, ma solo ed unicamente REGIONALI! La Regione, infatti, contrariamente a quanto previsto per il Sindaco, non ha alcun potere di deroga alle leggi statali!) vigenti,  nei  limiti  e  con  le  modalità  indicati  nei provvedimenti di cui all'articolo 24, comma 7.

Art. 24, comma 7. Con direttiva da adottarsi ai sensi dell'articolo 15 sono disciplinate le procedure istruttorie propedeutiche all'adozione della deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale e i relativi adempimenti di competenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome e del Capo del Dipartimento della protezione civile.

Uh, ma.... oopps! Avrebbero dovuto esserci delle procedure istruttorie? Stranissimo che sembrino essere state del tutto omesse ai fini dell'emissione della Delibera 31 gennaio 2020, vero?
Altra stranezza: avete notato come si parli di adempimenti da parte delle regioni e province autonome, nonché del Dipartimento della PC, ma... NON da parte del Governo? Sarà forse perhé il D. Lgs. 1/2018 non prevede affatto che una emergenza di rilievo nazionale sia gestita con decreti-legge???

Beh... le cose da dire sono troppe per condensarle in un post ma anche in un video di quasi un'ora è impossibile, quindi qualcosa, giocoforza, manca.

https://rumble.com/vli8z2-laura-carosi-convegno-2930-maggio-2021-a-bolsena.html

4 pensieri riguardo “Laura Carosi – Convegno 29/30 maggio 2021 a Bolsena

  1. buon giorno.
    suppongo e spero che il lavoro fatto per ritrovare il filo della legge sia stato già usato per presentare una serie di denunce e richieste di ripristino della legalità.
    qualcuno ha un archivio di tali denunce e dello stato delle stesse: dimenticate/sepolte sotto l’arretrato, prese in esame, archiviate, iscritte al registro delle prossime udienze?
    credo che sarebbe utile essere informati almeno dell’iter burocratico, anche se la sostanza del problema non cambia.
    grazie
    alberto

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  2. Guarda che le emergenze nazionali al cap 24 seguono iter inverso e si fermano alle regioni.
    Ancora co sta storia dei comuni, perché ancora non hai fermato draghi è company?

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    1. Ah sì? E da quale norma desumi che sia così? Ricordi come si difese Gentiloni dalle accuse di non aver dichiarato l’emergenza in tempo all’epoca dei fatti all’hotel di Rigopiano?
      https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-dovere-di-ognuno
      E che ci dice la pagina della Protezione Civile nazionale??
      “Quando un evento non può essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del comune, si mobilitano i livelli superiori attraverso un’azione integrata: la Provincia, la Prefettura, la Regione, lo Stato.”
      https://www.volontarioprotezionecivile.it/la-storia-della-protezione-civile.aspx

      Ma aspetta, ancora più carino il fatto che specifichi i compiti di ogni organo dello Stato:
      ” Restano compiti dello Stato:

      • l’indirizzo, la promozione e il coordinamento delle attività in materia di protezione civile;
      • la deliberazione e la revoca – d’intesa con le regioni interessate – dello stato di emergenza in casi di eventi di tipo “c”;
      • l’emanazione di ordinanze;
      • l’elaborazione dei piani di emergenza nazionali (per affrontare eventi di tipo “c”) e l’organizzazione di esercitazioni.

      Le Regioni si occupano di:

      • predisporre i programmi di previsione e prevenzione dei rischi, sulla base degli indirizzi nazionali;
      • attuare gli interventi urgenti quando si verificano interventi di tipo “b”, avvalendosi anche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
      • l’organizzazione e l’impiego del volontariato.

      Le Province attuano, a livello provinciale, le attività di previsione e prevenzione dei rischi; predispongono i piani provinciali di emergenza e vigilano sulla predisposizione, da parte delle strutture provinciali, dei servizi urgenti da attivare in caso di emergenza (eventi di tipo “b”).

      I Comuni attuano, a livello comunale, le attività di previsione e prevenzione dei rischi; predispongono i piani comunali di emergenza, adottano i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi e organizzano l’utilizzo del volontariato di protezione civile comunale.”

      Se vuoi venire sul mio blog a sbugiardarmi…. ti consiglio di studiare di più, ma parecchio 😉

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